Chi ha sete venga

     Giovanni 7:37-39

Nell'ultimo giorno, il giorno più solenne della festa, Gesù stando in piedi esclamò: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno». Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato

E’ veramente difficile trovare, nella scrittura, Gesù che alza la voce, ma mentre si trovava nell’affollato cortile del Tempio, la visione di un bisogno spirituale, così diffuso ed urgente, ha mosso profondamente il Suo interiore e lo ha spinto a pronunciare queste parole a gran voce. Vi è in esse:

1. Un Invito!
E’ un invito molto semplice e molto chiaro: “Se alcuno ha sete, venga a me”. La vera sete non ha tempo per tanti dettagli, ricerca solo di essere placata.
L’invito è per tutti coloro che si riconoscono bisognosi: “O voi tutti che siete assetati, venite alle acque” (Isaia 51:1).
E’ fatto dal Salvatore che è pronto ad accogliere “chiunque” viene a Lui. “Se alcuno viene a me io non lo caccerò fuori” (Giov.6:3). Egli non rifiuta nessuno!

2. Un Incoraggiamento!
Egli ci invita ad andare a Lui e ci incoraggia a bere. 
a. Bere è molto semplice: è una delle prime cose che imparano i bambini e poi, ogni giorno, tutti compiamo più volte quest’atto. 
b. Tutti possono farlo spiritualmente. Dovunque siamo, qualunque sia la nostra condizione, senza bisogno di rituali, senza necessità di andare da un uomo particolare, possiamo andare col cuore a Cristo. 
Cristo può dissetare l’anima che lo ricerca col cuore (1 Cor.10:4). Egli non solo ci chiama, ma ci dona un’acqua preziosa: “l’acqua della vita” (Giov.4:10,14; Apoc.21:6). Quest’acqua ci disseta, ci è d’incoraggiamento durante le prove della vita.

3. Una promessa!
a. La promessa di venir dissetati: “Chi beve dell’acqua che Io gli darò, non avrà mai più sete” (Giov.4:14). Cristo ha per noi parole di vita eterna, le quali dissetano l’anima nostra, e non ci spingono più a cercare altre fonti. Ci è sufficiente la “fonte della Parola”, che risolve ogni nostro problema, e ci dona nuovo vigore per riprendere a viaggiare verso il cielo. 
b. La promessa di un’abbondanza di soddisfazione “... fiumi d’acqua viva”. “Disse questo dello Spirito che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in Lui”. E’ il bere o il ricevere lo Spirito di Dio che soddisfa la sete dell’anima umana. La realtà pentecostale non è un evento unico e statico, ma una realtà costante, continua e stravolgente: “Il Signore ti guiderà sempre, ti sazierà nei luoghi aridi, darà vigore alle tue ossa; tu sarai come un giardino ben annaffiato, come una sorgente la cui acqua non manca mai” (Isaia 58:11).

Conclusione
Possiamo noi rifiutare un invito così amorevole? “L’anima mia, come arida terra, è assetata di te” (Sal.143:6); “Come la cerva agogna i rivi dell’acqua, così l’anima mia agogna te, o Dio” (Sal.42:1).
“E lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”. E chi ode dica: “Vieni”. E chi ha sete, venga; e chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita” (Apocalisse 22:17).

 

V.M


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